martedì 21 settembre 2010

fare il patrigno vuol dire anche educare

Ora voglio trattare un argomento delicato...

Nelle prime settimane (ricordo sempre che io cito la mia personale esperienza con una bimba di meno di 2 anni) è importante farsi accettare, e questo implica il presentarsi prima come un "amico", come una figura a margine del quadro familiare....ma mano mano che passano i mesi è necessario abbandonare questa figura, specialmente se inizia una convivenza, e assumere un ruolo più autoritario, simile a quello del padre.
Nel mio particolare caso dato l'assenza del padre come educatore ne ho assunto le veci: questo vuol dire che oltre alle più gradita coccole, risa e giochi è necessario porre dei limiti alla bambina e avere la fermezza di farglieli rispettare.
Con questo non voglio dire di assumere quella denominazione negativa tipica che già il nome "patrigno" comporta: voglio dire comportarsi come un padre...quindi fare regali e punire, fare le coccole ma costringerla a fare quelle cose necessarie che non vuole fare.

Cercherò di spiegare anche il perchè di queste affermazioni: se si va a convivere con la propria ragazza e suo figlio non possiamo continuare nel ruolo benevolo di amici: nell'educazione di un bambino è necessaria spesso fermezza, non ci si può commuovere ad ogni piccolo pianto: deve imparare a masticare, deve fare il bagnetto, deve imparare a dormire nel suo lettino e deve imparare cosa può fare e cosa non può fare: già le mamme sono meno intransigenti in questo, la figura del padre è lontana, se non concordate una linea educativa con la vostra donna il bimbo non sarà educato, e chissà come crescerà.

Purtroppo non è una cosa facile, la bimba della mia compagna ha accettato la mia presenza "autoritaria", ma questo vuol dire anche una sua preferenza nei confronti di chi invece non la punisce mai(i nonni, suo padre, gli amichetti) ma purtroppo fa parte del ruolo del genitore anche se, nel mio caso, ho lo svantaggio che non abbiamo legami di sangue...per questo quando sarà più grande presumo accetterà più difficilmente la mia autorità ed avrà sempre pronta nella bocca la frase "cosa vuoi tu, non sei il mio vero padre"...

A questo non si può certo ribattere, ma quando sono uscito con la mia ragazza ed ho deciso di coltivare l'amore che era nato fra di noi ho accettato tutto questo, e per il bene della bimba non posso fare altro che sforzarmi di caricarmi l'onere del padre, senza la certezza di averne poi gli onori......

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